Puffi: quando la mise en place è da ispirazione
Ecco come una cena tra amici si trasforma in creatività.
I Puffi, i celebri personaggi con la casa a forma di fungo, sono nati nel 1958 dalla penna del fumettista belga Peyo (nome d’arte di Pierre Culliford).
I primi disegni apparvero in una serie della rivista Le Jurnal de Spirou come figure secondarie di una serie per bambini ambientata nel medioevo, dove trame fiabesche e creature immaginarie conquistavano gli occhi di un pubblico desideroso di evadere dalla realtà.
Questa prima esperienza fece conoscere i piccoli “omini blu” al grande pubblico, che ne rimase così affezionato tanto che l’anno seguente si decise di creare una storia tutta per loro.
Perché si chiamano Puffi?
Puffo, in lingua belga Schtroumpfs, è un termine nato per caso durante una tranquilla e spensierata cena tra amici. Peyo, l’autore delle simpatiche forme, fu colto da un’amnesia temporanea e così invece di chiedere la saliera domandò ad un commensale: “Passami il… puffo“.
L’amico divertito rispose: “tieni il puffo, quando avrai finito di puffare ripuffalo al suo posto“.
Un dialogo surreale che prestò diventò il linguaggio più tenero della televisione.
I Puffi arrivano in Italia solo nel 1962, con il nome di Strunfi, ma quando il Corriere dei Piccoli acquista i diritti per il fumetto ribattezza i personaggi con il più simpatico “Puffi”.
Breve storia di un neologismo “puffoso” nato da una mise en place.
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