Dal cambiamento climatico alla peronospora, l’universo vinicolo italiano si prepara per una stagione di incertezze
Vendemmia 2023: sfide e preoccupazioni.
La vendemmia 2023 in Sicilia è da poco iniziata, ma le avversità climatiche dovute dalle abbondanti piogge primaverili, siccità estiva e malattie della vite stanno seminando incertezza e preoccupazione con una stima di raccolto ridotta del -35%.
Una contrazione produttiva, a detta delle aziende vitivinicole, che riguarda non solo l’isola del commissario Montalbano, ,a percorra tutta la penisola da nord a sud, con picchi nelle Marche e Abruzzo (-30%), passando per Bolgheri (-20%), Chianti (-10%), Chianti Classico (-15%) e Valpolicella (-20%).
I dati secondo l’Osservatorio Assoenologi, Ismea e Uiv, sono però ancora più grigi con previsioni che anticipano, in alcune regioni, un calo tra il -25% e -60%. Stessa opinione da parte di Confagricoltura che rileva una riduzione certificata del -20%-50% in gran parte dell’Italia.
Questo timore incontra conferma con le previsioni francesi, che annunciano un leggero calo del -3%, mentre le cooperative spagnole stimano un -12%. Questi cambiamenti preoccupano i maggiori produttori mondiali di vino che potrebbero essere minacciate dalle vendemmie più stabili di paesi come Cile, California, Nuova Zelanda e Australia.
Per le conferme dovremmo aspettare ottobre e solo allora capiremo se per assecondare la nostra sete saremmo costretti ad aprire il nostro amato vino gelosamente conservato in cantina.
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