La frutta tropicale si coltiva anche in Italia

Dal mango all’avocado, aumentano gli ettari coltivati.

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Il repentino cambiamento climatico ha sortito effetti anche sulla produzione agricola. Tra le aree che hanno visto “modificare” le proprie colture ci sono le regioni del sud, dove molti contadini stanno sostituendo le coltivazioni tradizionali con frutta tropicale, quest’ultima molto richiesta dal mercato.

Così accade che a settembre anziché raccogliere mirtilli e more si riempiono le ceste di mango. Questo nuovo atteggiamento ha un risvolto geopolitico importante perché, se prima si era “dipendenti” dalle importazioni di merci provenienti dall’Asia meridionale, ora l’autarchia tricolore consente di avere una maggiore indipendenza dai paesi esteri.

Le coltivazioni di frutta esotica in Sicilia, Puglia e Calabria sono triplicate negli ultimi cinque anni, mentre la superfice a dimora ha superato i mille ettari.

In queste aree si produce mango, avocado, banane, frutto della passione, feijoa e litchi che spesso sostituiscono gli alberi di agrumi, troppo spesso poco e meno remunerativi.

Gli effetti del riscaldamento globale incidono sull’agricoltura che, come spiegato da Coldiretti, sta modificando radicalmente la mappa delle proprie produzioni, compresa quella della frutta.

Non deve stupire quindi che il terreno coltivato ad arance è diminuito del 31%, quello dei mandarini del 18%, mentre i limoni addirittura del 50%.

Il Poké sta dando una bella spallata ai succhi!

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