Agricola Cirelli: la rivolta del lievito indigeno
Un percorso tutto abruzzese con il produttore Francesco Cirelli
Quando
Dove
L’Abruzzo è stata dichiarata la regione “verde d’Europa”, perché grazie alla presenza di tre parchi nazionali e un parco regionale, che coprono un terzo del suo territorio, riescono a regalare paesaggi selvaggi e incontaminati. È una regione piena di arte e di architettura, con piazze, torri, castelli, borghi fortificati e monumenti pronti ad accogliere il visitatore. Tre le diverse attrazioni non si può mancare una visita alla città di Atri, immersa nella riserva naturale dei Calanchi che modellano i crinali delle colline intorno al centro storico e offrono una vista mozzafiato. Una volta passeggiato tra le vie e visitato l’imponente Duomo è d’obbligo la conoscenza con il prodotto più importante della città: la celebre liquirizia, che prima di essere utilizzate come dolce, fu per secoli impiegata nella farmacopea, grazie alle sue doti calmanti contro il mal di fegato e le gastriti. Dopo non può mancare una visita alla cantina Cirelli, apprezzata per i suoi vini in anfora.
La storia
Cirelli è un’azienda agricola biologica fondata nel 2003 circondata da ventidue ettari di terreno. Tutta la produzione vinicola e agricola ruota intorno al rispetto dei cicli naturali: dagli uliveti ai vigneti, passando per le coltivazioni ortofrutticole e infine all’allevamento degli animali. La rotazione delle colture, il riposo dei terreni, la concimazione e il pascolo degli animali in libertà costituiscono alcune tappe fondamentali nel processo di produzione di vino in anfora, olio, ortaggi, frutta e carni dalla qualità eccezionale. Le anfore qui non rappresentano solamente uno strumento enologico, bensì un leale e sincero ritorno alla tradizione ed è per questo che è stato scelto di farle realizzare a mano da un artigiano di Impruneta, la patria della lavorazione della terracotta in Italia. I vini prodotti affinati in questi contenitori sono saggi custodi di un’arte che sta scomparendo.
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