Granchio blu, da minaccia a nuovo ingrediente per famosi chef

Granchio blu, da minaccia a nuovo ingrediente per famosi chef

Cos'è, perché è pericoloso, ma soprattutto perché non è così buono come dicono.

Dopo il flagello della fillossera che invase l’Europa nella seconda metà dell’800, distruggendo senza pietà i vigneti di Spagna, Francia e Italia, ora è il turno del Granchio Blu, altra calamità importata dagli Stati Uniti, così dopo il famelico insetto divoratore di radici è arrivato il momento del crostaceo killer, che mangia qualsiasi tipo di pesce gli capiti a tiro, includendo nel suo ricco menù anche vongole, crostacei e uova.

Come se ciò non bastasse taglia le reti dei pescatori, rendendo vana un’intera notte al largo in cerca di sgombro, cernia, ricciola, merluzzo e compagni squamati. Insomma, l’uomo sembra non capire come superficiali azioni abbiano conseguenze catastrofiche sull’intero ecosistema di un’area geografica con Fedagripesca-Confcooperative che ha stimato il danno procurato da questo animale pari ad oltre 100 milioni di euro.

Nei prossimi anni un Sautè di cozze potrebbe costarvi veramente caro perché la fame insaziabile del Granchio Blu sta mettendo a rischio la produzione dei molluschi. Un colpo all’industria ittica che di certo non fa bene alle famiglie italiane ed europee con la domanda che supera abbondantemente l’offerta. I dati FAO a riguardo sono impietosi con il 66% dei mari che ha raggiunto il limite massimo di sfruttamento, a cui si aggiunge un 33% sovrasfruttato e per questo destinato a non fornire più pesce nei decenni futuri.

Ma cosa rende questa specie aliena invasiva, arrivata sulle nostre coste attraverso le navi cargo in arrivo dal continente americano, così rischiosa per la nostra economia?

Il problema non è dato tanto da ciò che divora, ma dal ritmo impressionante in cui si riproduce; infatti, una femmina depone ogni anno ben due milioni di uova, così anche una piccola colonia può trasformarsi in un disastro incontenibile, complice il delicato equilibrio tra le diverse specie che sussiste nel mediterraneo.

Solo in questo emisfero può “essere prepotente” perché nel suo habitat originario è la preda preferita di razze, squali e naturalmente di esseri umani, così mentre nel Maryland è una prelibatezza sempre più rara e costosa da noi è l’esatto opposto e non aiuta affatto l’idea che potremmo diventare i principali esportatori di questo cibo, perché sono certo che allo spaghetto allo scoglio non ci rinuncerebbe nessun italiano.

Eppure, nel web stanno impazzendo articoli di ricette a base di Granchio Blu, con rinomati chef che spiegano come preparare un delizioso Chawanmushi (un budino salato giapponese), senza parlare di Sorbillo che si è spinto a far pagare una pizza usando come ingrediente l’odiato crostaceo ben 20 euro, ma siamo sinceri, chi ama la vera cucina sa che il granchio blu è un astice mancato, perché oltre a chele e polpa c’è poco e nulla: limitata dolcezza, intensità gustativa debole, consistenza più sfilacciata che carnosa ed una sapidità appena sussurrata. Go home!

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