Il mercato dei vini pregiati è un investimento senza rischi
Le bottiglie rare rendono fino al 7% annuo e con conoscono crisi.
I milionari puntano sempre più su etichette di vino pregiato come asset primario di investimento: una tendenza confermata anche da Knight Frank Luxury Investment Index, che ha registrato una crescita del mercato dei “fine wine” del +137% nell’ultimo decennio.
Un trend che secondo il Luxury Market Report della celebre casa d’aste Christie’s sta conquistando anche molti Millennial, generazione che rappresentano ben il 24% delle vendite totali di vini e spirits di pregio a livello mondiale.
In Italia, invece, secondo una ricerca promossa da Intesa Sanpaolo Private Banking dal titolo “Collezionisti e Valore dell’Arte in Italia”, le bottiglie di lusso risultano essere collezionate solamente dall’1% degli italiani contro il 21% di appassionati di dipinti e pitture.
“Investire nel vino pregiato permette di avere un punto di vista assai più ampio rispetto ai tradizionali investimenti in beni rifugio quali oro, orologi e diamanti – analizza Luigi Sangermano, imprenditore del lusso e AD di Laurent-Perrier Italia, prestigiosa maison francese di produzione e commercializzazione di champagne – Investire nelle etichette di alta gamma che possono essere consumate dai collezionisti rende il mercato molto più sicuro, quindi meno volatile e con capacità di rendimento a doppia cifra nel lungo periodo: il terribile conflitto in corso, paradossalmente, non creerà particolari problematiche a questo comparto, anzi. Nei prossimi anni ci sarà una bolla speculativa che farà nuovamente calare le quotazioni dei classici beni rifugio – conclude Sangermano – bruciando capitali e facendo calare drasticamente il numero di operazioni sul mercato. Il vino pregiato, al contrario, continuerà il suo percorso di crescita, magari rallentando, ma comunque senza mai fermare lo scambio e la crescita di valore”.
Concorda con questa analisi anche il Centro Studi Moneyfarm, società di consulenza online per gli investimenti e una delle più grandi società di gestione patrimoniale digitale in Europa che di recente ha pubblicato sul proprio sito una guida per investire in questa tipologia di beni.
L’investimento in asset alternativi è sempre più in tendenza e tra questi “l’oro rosso” è da sempre considerato un bene rifugio affidabile più sicuro dell’oro, come dimostrano i rendimenti registrati negli ultimi anni.
Investire nel mondo del beverage però non è materia per tutti perché richiede solide competenze tecniche e pazienza visto che i guadagni si vedono nel medio e lungo termine.
Sono diversi i fattori che influenzano la quotazione di una bottiglia, dall’etichetta (fama del produttore e reperibilità) all’annata; infatti, il valore di un vino dipende direttamente dal livello di maturazione che, nei migliori casi, può durare per decenni.
Infine, la zona di provenienza è fondamentale perché sebbene esistano tendenze annuali, solamente poche zone al mondo possiedono una credibilità lunga secoli e sono i Super Tuscan, il Barolo, il Brunello, lo Champagne, il Bordeaux, la Borgogna e lo Champagne.
Il punto di riferimento per i trader è il London International Vintners Exchange (Liv-ex), ma è riservato esclusivamente ai professionisti, mentre gli investitori privati possono rivolgersi a un distributore o rivenditore abilitato o acquistare su siti specializzati come Bernabei.it
Source: Centro Studi Moneyfarm
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