Il mondo del vino italiano accresce il legame con il proprio territorio: il Vino Nobile di Montepulciano introduce la menzione “Pieve” sull’etichetta
Dato maggiore valore al terreno di provenienza delle uve.
Il Vino Nobile di Montepulciano introduce la menzione “Pieve” sull’etichetta, manifestando un legame profondo con la storia e il territorio, questa iniziativa che segue la strada tracciata da altre zone vinicole italiane, come Barbaresco, Barolo e Chianti, che hanno introdotto denominazioni geografiche aggiuntive per valorizzare le specificità locali.
La scelta è il risultato di un percorso di ricerca e collaborazione tra i diversi produttori che sotto la guida del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano hanno presentato al Comitato Nazionale Vini la scelta di dare maggiore valore al terreno di provenienza dell’uva che ha recentemente approvato la “Pieve” come versione delle Unità Geografiche Aggiuntive (Uga), consentendo l’utilizzo di questa menzione sull’etichetta a partire dal 1 gennaio 2025, per l’annata 2021 che avrà 300.000 bottiglie, mentre già per la 2022 sono oltre 700.000 le bottiglie in cantina (pari al 10% della produzione totale di Vino Nobile di Montepulciano).
Le “Pievi”, 12 aree individuate all’interno del territorio di denominazione, si prefiggono lo scopo di caratterizzare non solo la territorialità, ma anche la storicità del vino. Tale menzione potrà essere utilizzata solamente da vini prodotti da vigneti di almeno 15 anni, con una resa di massimo di 70 quintali per ettaro e il processo di invecchiamento dovrà essere di minimo tre anni, di cui 12 mesi in legno e altrettanti in bottiglia.
Il Presidente del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, Andrea Rossi, sottolinea che questa iniziativa rappresenta non solo una nuova tipologia di vino, ma anche una nuova visione di produzione condivisa.
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