In Italia esistono troppi vini a denominazione d’origine che creano caos nei consumatori
Potare un sistema caotico diventa sempre più strategico.
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Frescobaldi, presidente dell’Unione Italiana Vini (UIV) denuncia il quadro normativo qualitativo del vino italiano, accusando il sistema di avere troppi vini contrassegnati con la denominazione di origine (DOC e DOCG).
Il lavoro dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino afferma: “oggi su circa 400 tra DOC e DOCG attive, solo 7 hanno imbottigliamenti sopra i 500mila ettolitri e rappresentano oltre la metà del volume totale”.
In un contesto dove i gusti dei consumatori stanno cambiando e con le nuove generazioni sempre più attratte dallo “storytelling aziendale” ci si domanda se questo modello sia funzionale al mercato.
I dati dicono “no”; infatti, le esportazioni 2023 stimate dall’Istat, registrano una flessione dello 0,8%. Un dato che dovrebbe far riflettere sulla necessità di convogliare energie e risorse nella ricerca e nella promozione di territori più vasti e credibili.
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