Bourbon: l’oro liquido dell’America

Mercato e tendenze globali.

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Nell’America coloniale, rum e gin erano i distillati più diffusi, ma la produzione dipendeva dalla reperibilità degli ingredienti che provenivano o dal Centro America oppure dall’Europa, per questo lentamente gli abitanti del nuovo mondo optarono per un distillato di produzione “home made” con materie prime locali come segale e mais.

All’inizio del XIX secolo le pratiche di produzione del Bourbon vennero codificate e la produzione conobbe il suo primo boom economico. Patria del successo è senza dubbio il Kentucky, dal quale proviene il 95% dell’intera produzione.

Produzione Bourbon

Da disciplinare deve contenere almeno il 51% di mais, ma la maggior parte dei mashbill è composto da 75% mais (corn), 18% segale (rye) e 7% malto (malt), sebbene ogni distilleria abbia la sua ricetta segreta.

L’acqua usata è quella del Kentucky, perché la sua origine calcarea (limestone) la rende ricca di calcio e magnesio, componenti essenziali per un’efficace fermentazione.

L’affinamento deve avvenire obbligatoriamente in botti di rovere nuove.

Consumo Bourbon in America

Il Bourbon è molto apprezzato indipendentemente dalla generazione di riferimento. Nella fascia d’età compresa tra i 18-29 anni ben il 33% lo consuma almeno tre volte in un mese. La media arriva al 44% tra i 30-49 anni. Scende al 38% tra chi ha 50-64 anni.

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Brand più amati di Bourbon

Jack Daniel’s è il marchio di Bourbon più amato con le vendite che hanno toccato i 315 milioni di euro nel 2018.

Crown Royal, azienda canadese, tallona Mister No7 con un valore di 296. Fireball e Jim Beam inseguono rispettivamente a 224 e 216 milioni di dollari.

 

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