Il Food Pairing: il successo dell’aperitivo all’italiana
Tra tradizione e contaminazioni: l'incontro tra cucina italiana ed etnica
Nell’aperitivo all’italiana ciò che oggi non può sicuramente mancare, oltre al drink, è il food pairing, con i finger food di qualità diventati un vero e proprio must in Italia; infatti, l’82% degli italiani sostiene che un drink accompagnato da buon cibo non sia più solamente un’abitudine ma una vera e propria ritualità del nostro Paese.
Negli ultimi anni, però, il concetto classico di food pairing si è evoluto ed è passato dalla semplice proposta di “stuzzichini”, alla sincronia perfetta tra food e beverage, purché basato su tre parametri: la stagionalità delle materie prime, la contrapposizione dei sapori o, al contrario, la loro similitudine. L’obiettivo non è solo quello di trovare i sapori che stanno bene insieme, ma quello di creare un’esperienza in cui cibo e spirit si esaltano a vicenda tirando fuori l’uno dall’altro sfumature inattese. Questa nuova tendenza è stata avvalorata da uno studio promosso da Sanbittèr attraverso un monitoraggio dei principali social network, forum, blog e community lifestyle internazionali.
La moda di accompagnare le bevute a piccoli e frugali spuntini (soprattutto olive e salatini) si diffonde negli anni ’80 nei cafè di Torino, considerati da tutti gli antenati degli odierni bar, ma è nel decennio successivo che l’abitudine dell’aperitivo fatto al bar in prossimità dei pasti (pranzo compreso) diventa un’abitudine italiana, radicandosi ben presto come un vero e proprio stile di vita, seppur con marcate differenze tra nord a sud.
L’Italia è infatti l’unico paese al mondo in grado di poter vantare un gustoso patrimonio di 4.698 specialità tradizionali alimentari con ogni comune forte di un’antica tradizione gastronomica capace di offrire una proposta che varia dalle pizzette, arancini e fritti al sud, ai tramezzini, patatine, olivette e focacce al nord.
Inoltre, le nuove tendenze su uno stile di vita più sano e sostenibile hanno portato alla nascita dell’aperi-light, ovvero un aperitivo a base di verdure e ortaggi e una miscelazione sempre più analcolica o tendente alla ricerca di prodotti artigianali.
Il desiderio di nuove esperienze ed una comunità relazionale sempre più globale sta spingendo molte realtà a proporre in abbinamento ai drink specialità culinarie etniche, spinti dalla voglia di provare nuovi gusti ed aromi (42%) e dalla curiosità verso nuovi ingredienti (51%).
Il cibo da aperitivo è dunque cambiato: al posto di tramezzini e pizzette, si guarda all’Oriente con bao (panini ripieni cotti al vapore), l’hummus (salsa a base di pasta di ceci) e gyoza (fagottini ripieni di carne o verdure,) e nascono nuove contaminazioni che utilizzano ad esempio alghe o frutti tropicali e molti altri ingredienti che sposano le tradizioni italiane e regionali.
Nonostante le nuove proposte di appetizer etniche, italiani e turisti, nell’ora dell’aperitivo, però non rinunciano ai piatti tradizionali della cucina italiana; infatti, i prodotti più consumati in questo momento risultano essere quelli legati al territorio dei salumi (75%), proposte vegetariane/vegane (65%), focacce (55%) e insalate di cous cous, quinoa, farro e orzo (43%).
Infine, per la scelta del locale i consumatori, dedicano grande attenzione alla qualità del cibo (55%), alla proposta di cocktail (42%) e all’atmosfera suggestiva (45%) in grado di regalare scorci invidiabili sulle grandi piazze italiane e nei piccoli borghi al mare o in montagna.
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