Uomo adulto cerca di sorseggiare una birra che per reazione del bevitore dovrebbe essere acida

Perdersi nella vasta varietà di stili di birra

Storia e differenze spiegate ad un vichingo sperduto

L’antico popolo vichingo aveva non poche difficoltà, dal rigido clima, alla necessità di trovare terre fertili, ma siamo più che certi che quando chiedevano un corno traboccante di birra avevano una scelta ben limitata, potendo scegliere solamente tra una versione leggera (il “Mungat”) ed una preparazione più robusta, chiamate in norreno “Bjorr” e “Ol” (espressioni dalle quali sono derivate con molta probabilità le terminologie anglosassoni “Beer” e “Ale”).

Cosa accadrebbe se il potente Odino per punire un’insolente guerriero lo cacciasse dal Valhalla e lo gettasse all’interno di un pub frequentato da “fighetti” della birra? Di certo, inizialmente si sentirebbe a suo agio tra ragazzi tatuati avvolti da folte chiome selvagge, che tra un bicchiere e l’altro si muovono agitando in modo scomposto braccia e mani. Quasi che il sacro paradiso si fosse spostato sulla terra?! Raggiante e felice per il nuovo destino, lo vediamo avvicinarsi al bancone e chiedere una fresca pinta di…Saison, Session, Blanche, Bock, Porter, Stout, Dunkel, Lambic, Dubbel, Tripel o Quadrupel? (quest’ultimo non è un gioco di parole!), capendo, solo in questo istante, a quale severo destino è stato condannato.

Ma, non serve scomodare l’antica mitologia nordica per comprendere che questa sensazione di spaesamento e confusione coglie ognuno di noi, che in fondo, quando siamo usciti di casa, volevamo solo un sorso di birra, mentre il più delle volte ci troviamo a fluttuare tra nomi di cui non conosciamo il significato. A pensarci bene nessuna bevanda alcolica possiede una gamma di tipologia così ampia. Un labirinto di termini e stili che nemmeno la perfida ed astuta mente di Loki avrebbe potuto creare, muovendo a compassione il sovrano del Giardino degli Æsir che invia al malcapitato Einer (nome di fantasia) le dolci e servizievoli Valchirie per accompagnarlo nell’ardua scelta.

Birra stile Saison

Le Saison, originarie della Vallonia (regione francofona del Belgio) erano prodotte esclusivamente in autunno o in inverno (saison = stagione) quando le basse temperature garantivano una fermentazione pulita, ma causa di una bassa gradazione alcolica non erano adatte a conservarsi per molti mesi, motivo per cui venivano “fortificate” con una buona quantità di luppolo. Oggi grazie ai moderni sistemi di refrigerazione sono disponibili in qualsiasi periodo dell’anno, con il paradosso di essere maggiormente apprezzate in estate, motivo in più per domandarsi se sia corretto ancora chiamarle così!

Birra stile Session

Le Session, invece sono delle versioni “leggere” dello stile madre, quindi sebbene abbiano una simile fonetica, indicano due prodotti completamente diversi: il primo si riferisce ad una tradizione ben precisa (profumate con colore intenso), il secondo al solo grado alcolico (tra il 3% e il 5%).

Birra stile Blanche

Le Blanche (o Witbier) anch’esse nordiche (Olanda e Belgio) mantengono un forte legame con il proprio passato, con le attuali ricette che si rifanno al periodo medioevale quando si preferì assicurare il mantenimento del prezioso liquido, aromatizzando la birra con dolci miscele di erbe aromatiche, piuttosto del più amaro luppolo. Il colore “velato” che contraddistingue questi calici è dovuto al fatto che viene utilizzato non solamente l’orzo, ma anche il frumento.

Birra stile Bock

Le Bock nascono in Germania nel XVI secolo, in bassa Sassonia ad Einbeck, erano originariamente scure e come facile intuire il nome è una storpiatura in dialetto bavarese della città, ma non solo altro che delle semplici birre Lager! La vera birra scura tedesca? Sono le Dunkel (scuro in tedesco) Allora perché diversi birrifici italiano usano questo termine in etichetta? Mistero della fantasia umana!

Birra stile Stout

Le Porter, invece, appaiono la prima volta a Londra nel 1700 ed erano caratterizzate da un colore scuro, dotate di un buon tenore alcolico (sopra il 7%) e con un sapore forte e deciso, elementi che la elevarono a beva preferita degli scaricatori di porto (i “porters”). E le Stout? In verità questo appellativo non ha valore perché significa solo “più grande” o “più forte”, ma da quando il birrificio irlandese Guinness decise di togliere in etichetta il termine inglese, sostituendolo con Stout, questa parola ha assunto nell’immaginario collettivo il concetto di birra scura.

Birra stile Dubbel

Dubbel, Tripel o Quadrupel? Cosa li distingue? Poco e nulla; infatti, entrambe sono di origine trappista e provenienti dal Belgio. La prima vanta le origini antiche ed è una birra ad alta fermentazione, la seconda è più recente (1934 ad opera dell’abbazia trappista di Westmalle), mentre la terza indica una bevanda caratterizzata da un notevole grado alcolico (9-13°).

Birra stile Lambic

Le Lambic, infine, sono la più antica tipologia di birra prodotta in Belgio ed indicano le birre a fermentazione spontanea prodotta con specifici batteri. Vengono sottoposte a lunghi periodi di invecchiamento in legno e al termine di questo periodo vengono aggiunti sciroppi di frutta per stemperare l’acidità.

Forse Einer ha trovato la sua birra! Skål

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