Il ritorno del re: cresce il successo del Vermouth

Il re dei salotti è tornato!

Coppa martini con vermouth

Torino fino al 1563 era una piccola città costruita ancora sulle impronte di un castrum romano, finché Carlo Emanuele I decise di elevarla a capitale del Regno di Savoia, iniziando un importante processo di ampliamento urbanistico, chiamando a corte numerosi ed affermati architetti che in pochi decenni trasformarono il piccolo centro in un importante polo europeo al pari di Parigi e Londra. Spaziosi e lucenti saloni ospitavano grandi vetrate con imponenti lampadari che illuminavo le regali stanze, creando la perfetta scenografia per accogliere la nascita del Vermouth, un nuovo prodotto ideato da Adriano Benedetto Carpano nel 1786, nella liquoreria di Piazza Castello dove miscelò del moscato di Canelli con un’infusione di 40 erbe e spezie.

In poco tempo questo vino aromatizzato conquistò un successo esorbitante diventando la bevanda ufficiale della corte dei Savoia, dando il via ad una e vera e propria rivoluzione nel mondo del beverage, contribuendo alla nascita di cocktail iconici come il Martini (Gin e Vermouth), l’Americano (Soda, Bitter e Vermouth rosso), il Manhattan (Rye Whisky e Vermouth rosso) ed il Negroni (Gin, Bitter e Vermouth) e con essi un nuovo tipo di bere. Una propensione naturale per la mixology dovuta alla sua ricchezza aromatica e organolettica che lo rende perfetto per essere mescolato ad altri distillati.

Un percorso che si è bruscamente interrotto con la conquista di sempre maggiore spazio nei drink di Vodka, Rum e sodati, relegando per un periodo di tempo il nobile piemontese ad un ruolo secondario, trend che negli ultimi anni ha invertito la propria tendenza come testimoniano i dati OEC 2018 (The Observatory of Economic Complexity) sul valore dell’export dei vini aromatizzati (€173 milioni) composto dai 2/3 dal Vermouth, pari a €115 milioni (112 milioni di ettolitri in volume), con il 2019 che ha incoronato l’Italia come primo esportatore al mondo per questa categoria merceologica.

Gli Stati Uniti rappresentano la prima destinazione di questa categoria merceologica per un valore di €28 milioni, seguito dalla Francia (€27,5 milioni), Spagna (€26 milioni) e Belgio (€15,7 milioni).  Nello stesso periodo, in termini di valore, le esportazioni sono ammontate a €436,9 milioni con circa 259 milioni di litri venduti (stime IndexBox), dato che conferma come i prodotti del nostro paese siamo molto apprezzati e da soli costituiscano il 43% del mercato globale. Per fare un piccolo esempio su quanto incida il prodotto italiano sul mondo basti ricordare che il secondo paese per quantità di export è la Spagna con appena 64 milioni di litri. La rinascita del vino riparte anche da qui, con produttori di vino che hanno la possibilità di aumentare i propri ricavi destinando le loro uva alla produzione di Vermouth, con un guadagno medio di €1 al litro contro gli €0,30 se destinati alla distillazione.

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