Arteteke: l’unione fa il vino!
Storie di resilienza sociale ed enologica.
Termini come corredo aromatico, equilibrio fresco-sapidi, persistenza e trama tannica si svuotano della pomposità accademica e riscoprono il loro senso più autentico: ovvero essere vocaboli di impalpabili emozioni necessari per descrivere i grandi vini.
Ai piedi del Vulture, nel 2013 lontano dalle etichette “pettinate” del finto “pop-nature” e distanti dalle atmosfere “glamour” di una critica dispensatrice di premi, giudizi e punteggi si incontrano Giulio Francesco Bagnale (presidente di AIAS Melfi-Matera, associazione di famiglie di persone con disabilità) e Alessandro Bocchetti (esperto degustatore) decidono di irrompere nel conclave del vino con un’azienda agricola votata all’inserimento lavorativo di ragazzi con problemi motori e cognitivi, costringendo (forse) molti di noi a riflettere sul vero senso di una “bevuta”.
La storia di Arteteke
Arteteke è una cooperativa agricola che ha trasformato un progetto di formazione ed inserimento lavorativo di persone provenienti dalle aree della fragilità sociale in una comunità di persone attente alla cura della terra e del territorio. In questa cantina le azioni diventano gesti agricoli ed il lavoro poesia di coraggio ed orgoglio, dimostrando come la solidarietà possa creare capolavori in forma liquida. Un riscatto sociale ben rappresentato dal logo aziendale.
Logo Arteteke
In etichetta è rappresentato la Bramea, una farfalla molto rara che vive esclusivamente sul Vulture, sulle sponde dei Laghi di Monticchio, a simbolo della volontà di spiccare il volo piuttosto che strisciare a terra: da un terroir selvaggio e vulcanico a vini che colpiscono l’anima.
Cosa vuol dire Arteteke?
Arteteke in dialetto lucano indica l’irrequietezza dei bambini che non sanno stare fermi.
Iànghë
Le uve di Malvasia e Moscato vengono raccolte a mano in periodi diversi per rispettare i diversi tempi di maturazione, conservando così le diverse caratteristiche varietali. In cantina i grappoli sono dolcemente pressati insieme ai raspi. Infine, si procede all’assaggio dei due differenti vitigni. Il naso aromatico e avvolgente, si trasforma al palato in una beva ricca di personalità e profondità.
Russë
100% aglianico. Terminata la macerazione sulle bucce, le uve sono nuovamente pigiate per ottenere un mosto denso che viene reimmesso nella vasca. Affina in vasche di cemento per un periodo variabile. Vino potente, fresco e vivace. La bocca succosa richiede un altro sorso.
Russìnë
Breve macerazione del mosto con le bucce di aglianico. Al naso escono sentori di fragola e mirtillo. All’assaggio una fresca croccantezza descrive meglio di qualunque parola il carattere potente di questo vino.
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