Gli Yankee amano i vini italiani, ma noi non i loro!

A noi Crispy, a loro il Nero d’Avola.

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L’export dei vini europei ha subito un duro colpo nel 2021 quando Trump impose una tassa del 25% su alcune bevande e prodotti alimentari provenienti da Germania, Spagna, Francia e Regno Unito.

Fortunatamente i dazi durano poco meno di sei mesi, portando il nettare degli dèi ed altre eccellenze gastronomiche nuovamente sugli scaffali e tavole a stelle e strisce.

Un amore per il savoir-faire del Vecchio Continente che non accenna a fermarsi, malgrado il sentimento sia quasi unilaterale.

Secondo i dati Eurostat, gli Stati Uniti hanno importato da Francia e Italia tra il 1° agosto 2022 e il 31 luglio 2023 più di 5 milioni di ettolitri di vini, per un valore di circa 4,5 miliardi di dollari.

A dominare il mercato americano è stata l’Italia, con quasi 3 milioni e mezzo di ettolitri, di gran lunga il più grande esportatore negli Stati Uniti in termini di volume, mentre la Francia è leader in termini economici grazie ad un prezzo medio dell’uva più alto.

Di contro, i cinque maggiori produttori di vino europei hanno importato solamente circa 300.000 ettolitri di vino dagli Stati Uniti, dimostrando uno scetticismo su Zinfandel e Chardonnay ultra-barricati.

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