Birra analcolica: guida alle migliori birre alcol free
Da bere in qualsiasi momento e condividere con gli amici.
La presenza di alcol all’interno della birra è dovuta al processo di fermentazione; infatti, durante le prime fasi il mosto (farina di cereali e acqua calda) e lieviti trasformano lo zucchero in anidride carbonica (bollicine) e alcol.
Per eliminare la sostanza inebriante si usano diversi metodi: dealcolizzazione, fermentazione limitata, diluizione e senza fermentazione.
Cosa vuol dire Dealcolizzazione?
Il processo di dealcolizzazione prevede estrazione dell’alcool attraverso parziale evaporazione (l’alcol etilico evapora ad una temperatura minore dell’acqua), distillazione o per osmosi.
Con l’osmosi si intende una tecnica che fa uso di strumenti con i quali si “spinge” la birra verso una membrana. Questa catturerà le molecole più grandi, mentre acqua e alcool verranno rimossi perché elementi più piccoli.
Cosa vuol dire Fermentazione limitata?
In questo caso si monitora il processo fermentativo facendo attenzione che non si produca una quantità di alcool maggiore a 0,5% in volume. Si può agire in tre diversi modi:
limitare la presenza di zuccheri nel mosto;
interrompere la fermentazione;
usare dei ceppi di lievito speciali.
Cosa vuol dire Diluizione?
I mastri birrai producono una classica birra, successivamente diluita con acqua. Questo si fa, perché aggiungendo del liquido analcolico in una bevanda alcolica, la presenza per volume di alcol diminuirà. Ricordiamo che il valore deve essere pari o inferiore a 0,3%.
Cosa vuol dire Senza fermentazione?
L’azienda procede alla creazione di una birra attraverso un processo diverso da quello classico. La ricetta si baserà quindi su farina di cereali al quale viene aggiunta acqua calda e luppolo. Si elimina quindi l’uso dei lieviti per evitare la produzione di alcool.
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