Come nascono le bollicine metodo classico?

Dexter con un ampolla in mano

Il metodo classico, chiamato anche “champenoise”, viene utilizzato per produrre le bottiglie più prestigiose del mondo come lo Champagne, il Franciacorta, il Trentodoc, l’Alta Langa, l’Oltrepò Pavese, Cava e Crémant. Nomi che immediatamente suscitano emozioni e ricordi differenti, con la bolla che rappresenta il filo conduttore di queste diverse denominazioni che in comune hanno, oltre al famoso perlage, il processo enologico. Ma quali sono i passaggi fondamentali?

Si parte dalla preparazione della Cuvée che sintetizzando il concetto è una miscela di vini diversi, sia perché prodotti in annate diverse che con differenti vitigni. Si prosegue con l’aggiunta del liqueur de tirage (lieviti e zuccheri), che provoca l’inizio di una seconda fermentazione. A questo punto le bottiglie vengono riposte in un locale buio a temperatura controllata, permettendo ai lieviti di mangiare gli zuccheri in tutta tranquillità, generando alcol e anidride carbonica che rimane intrappolata sotto forma di bollicina (presa di spuma).

Terminato questo periodo di letargo (il tempo di sosta è deciso dall’azienda e dal tipo di prodotto che si vuole creare) si “ripulisce” la bottiglia dai sedimenti che i lieviti hanno generato durante questa fase, spostando le bottiglie lentamente da una posizione orizzontale a verticale, facendo così scendere per gravità i depositi verso il collo della bottiglia. Questo delicato procedimento viene chiamato remuage. Infine, avviene il dégorgement o stappatura, azione che consiste nello stappare la bottiglia e dove i lieviti, spinti dalle bollicine, vengono espulsi (insieme a una piccola parte del liquido), per questo si concluderà questa operazione ricolmando con una miscela “segreta” composta da vino e zucchero (liqueur d’expédition) e responsabile del famoso dosaggio zuccherino (pas dosé, extra-brut, brut…).

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