Le birre trappiste

Secoli di tradizioni racchiusi in un marchio.

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I Trappisti, ufficialmente conosciuti come Ordine dei Cistercensi della Stretta Osservanza (latino: Ordo Cisterciensis Strictioris Observantiae, abbreviato in OCSO) e originariamente chiamati Ordine dei Cistercensi Riformati di Nostra Signora di La Trappe, emigrarono dalla Francia e dalla Germania dove erano famosi per la produzione di vino, per giungere in Belgio e Olanda, dove viste le avverse condizioni climatiche, iniziarono a produrre birra perché impossibilitati alla coltivazione dell’uva.

Prima di riferirsi alla birra, quindi il termine trappista indica tutti i monasteri di estrazione cistercense appartenenti alla Stretta Osservanza dell’Abbazia di Notre-Dame de La Trappe situata a Soligny-la-Trappe, in Bassa Normandia, dove attorno agli anni Sessanta del Seicento, Armand-Jean la Bouthillier ne divenne abate e rivoluzionò le regole dei monaci rendendole sempre più rigide: questi avrebbero dovuto osservare castità, preghiera e povertà, dedicandosi esclusivamente al lavoro nei campi.

I più antichi stili di birra: Enkel (Tripel) e Dubbel risalgono al Medioevo, nello specifico dall’Abbazia di Westmalle, ma furono dimenticati per diversi secoli, finché la Rivoluzione francese con la conseguente persecuzione al clero, portò molti monaci ad occupare queste terre e riprendere la tradizione brassicola che vide nel periodo post-napoleonico l’era di massimo splendore.

Con il passare degli anni, però, gli abati suoi successori iniziarono ad ammorbidire le norme e ai frati venne concesso di produrre autonomamente la birra da servire durante i pasti. Questa pratica si diffuse poi in diversi monasteri d’Europa, mettendo a rischio le caratteristiche del prodotto originario a favore di una più alta commercializzazione.

Per ovviare al problema, nel 1997 venne istituita l’Associazione Trappista Internazionale, che si occupa di certificare ogni birra apponendo un logo sulle bottiglie che ne assicura la produzione all’interno di un monastero trappista e la destinazione di tutti i proventi delle vendite (di cui si occupano gli stessi monaci) al sostentamento delle varie abbazie.

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