Storia dell’Oliva ascolana
Piccole “bombe” di bontà.
Le olive all’ascolana sono un piatto tipico delle Marche e devono il loro nome alla città di Ascoli Piceno. Diventate simbolo della frittura per eccellenza (assieme ai fiori di zucca), sono preparate denocciolando il frutto e successivamente farcite con carne e odori. Proprio questa caratteristica ha fatto sì che nel 1600 venissero chiamate “olive giudee”, ovvero “senz’anima”. Per arrivare alla ricetta attuale serviranno quasi due secoli, quando i cuochi delle famiglie aristocratiche della città delle cento torri erano soliti riempire olive verdi in salamoia con del macinato per evitare inutili sprechi e problemi di conservazioni di vettovaglie.
Rimaste un prodotto artigianale fino al 1875 fu grazie a Mariano Mazzocchi che arrivarono sulle tavole degli italiani, avviando in quell’anno una produzione industriale. Dal 2005 sono tutelate dal marchio DOP a condizione che venga usata la varietà “Ascolana Tenera” coltivata nei territori del Piceno e Teramano.
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