Scuderia RedBull: Antonio Cairoli
Velocità, fango, gloria. Una vita per il motocross.
Antonio Cairoli (Patti, 23 settembre 1985)
Questa è la storia di uno dei piloti di motocross più leggendari di sempre, che annovera tra i suoi trofei ben nove titoli mondiali, di cui consecutivi (2009-2014), un risultato così straordinario da essere il secondo sportivo più titolato al mondo per questa disciplina. La bacheca contiene anche 94 Gran Premi vinti. Una gloria ottenuta sfidando il fango a grande velocità. Una fama che lo celebra come una vera e propria icona della cultura pop contemporanea.
Sale, per la prima volta, su una minicross all’età di quattro anni spinto dai sogni del papà che in gioventù desiderava essere un pilota, ma le difficoltà economiche della famiglia non hanno permesso che questo sogno si realizzasse, finché nacque Tony, l’ultimo di quattro fratelli, il primo maschio.
Passano tre anni e finalmente può mostrare le sue capacità, partecipando alle prime gare locali e regionali in sella ad una moto da lui stesso preparata. Arrivano le prime medaglie, sebbene utilizzi solo pneumatici usali, gli unici che si poteva permettere.
Nel 1999 vince il titolo juniores e nel 2001 approda alla categoria 125, dove (nemmeno a dirlo) vince sia titolo regionale che nazionale. Nonostante i trofei parlino per lui, trova un ambiente ostile, finché grazie alla sua determinazione, incontra Claudio De Carli, manager originario di Roma, che lo fa entrare nella sua scuderia. È l’inizio della leggenda.
Nel 2004, debutta nel Campionato Mondiale e (novità assoluta) equipaggia la sua moto con pneumatici nuovi o “con i peletti”, come li ama definire Antonio, piazzandosi al terzo posto nel suo primo anno da esordente.
In poco tempo da “rivelazione” si trasforma in autentica certezza, trionfando nel 2005 nel mondiale nella categoria MX2. Impresa che replicherà anche nel 2007, ma nel 2008 ciò che sembrava in discesa si trasforma improvvisamente una salita e nell’anno in cui veste la sua Yamaha con i colori della RedBull, subisce un brutto infortunio, dovendo rinunciare a difendere il titolo mondiale.
Nel 2009 mostra tutta la sua tenacia mettendosi al collo la medaglia d’oro del Campionato mondiale MX1. Per i successivi quattro anni non scenderà mai dal gradino più alto del podio. Cinque titoli mondiali consecutivi (dal 2010 al 2014), interrotti dal passaggio dalla 350cc alla 450cc e da un serio infortunio che lo costringe a saltare gran parte della stagione 2015 e 2016.
Torna nel 2017, più forte che mai, vincendo il suo nono e ultimo titolo mondiale. Una favola genuina fatta di sacrificio e speranza.
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