Lo sapevi che il Barolo era un vino frizzante?
Storia di una donna che ha rivoluzionato il vino italiano.

Juliette Colbert, nasce in Francia nel 1786, in un’epoca di grande vivacità culturale e politica. Nel 1806 si sposa con Carlo Tancredi Falletti, marchese di Barolo, scelta d’amore che la porta a vivere in Piemonte.
Cresciuta tra gli sfarzosi palazzi della Loira, dedica la sua vita in opere di carità e beneficenza, mostrando una sincera ricchezza di spirito.
Juliette Colbert: la rivoluzione sociale
Juliette rimase orfana di madre a soli 7 anni. La sua tenera infanzia fu vissuta tra paura dolore, con molti dei suoi parenti saliti sul patibolo a causa del “rinnovamento giacobino”, che infestava la Francia in quegli anni.
Per fortuna venne accolta durante gli anni della Restaurazione alla corte di Napoleone, dove poté studiare e vivere senza paura di essere uccisa per la sua condizione sociale.
Questi avvenimenti, invece di indure il cuore, le fecero capire ancora più a fondo il privilegio e la fortuna di essere nobile, suscitando in lei il desiderio di aiutare le persone meno fortunate e povere.
Andava spesso a trovare le carcerate (prostitute, ladre e assassine) e le assisteva nei bisogni materiali: dai vestiti, all’igiene personale, dall’insegnamento agli esercizi spirituali. È a lei che si deve uno dei primi progetti di riforma carceraria, presentato al Governo nel 1821, che la fece nominare, scandalizzando molti, sovrintendente alle carceri.
Palazzo Barolo divenne il primo asilo italiano, un posto dove le mamme che lavoravano potevano lasciare i propri bambini.
La sua generosità la portò a finanziare istituti per la cura delle ragazze disabili e a creare l’Ospedaletto di Santa Filomena per dare un’educazione alle figlie degli operai.
Juliette Colbert: la rivoluzione in cantina
Juliette Colbert aveva una grande passione: il vino. Quando arrivò nelle Langhe le venne fatto conoscere il vino della propria azienda: un nebbiolo frizzante leggermente dolce. Da quel sorso intravide un enorme potenziale per il nobile vitigno.
Parlando con i cantinieri introdusse le moderne tecniche francesi. Si eliminò la rifermentazione in bottiglia, responsabile delle bollicine dolci, per fare una fermentazione completa, che permetteva di ottenere un vino secco.
Il carattere mordente dell’uva venne addomesticata dall’introduzione dell’affinamento in botti di legno. Tecniche e migliorie che portarono alla nascita del Barolo.
Juliette Colbert: la “sommelier” dei Re
Juliette Colbert non si limitò solamente a rivoluzionare e migliorare la produzione del Barolo, ma si impegnò, grazie al suo amico e amico di vigna Camillo Benso Conte di Cavour, a farlo conoscere alla corte dei Savoia e nei salotti più esclusivi d’Europa.
Il Barolo diventò in poco tempo uno di vini più amati da Re e nobili.
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