Angelo Azzurro: il drink degli anni ’90
Un tuffo nel passato.
La profezia Maya che vedeva il 21 giugno 2020 come ultimo giorno di esistenza del nostro mondo ha clamorosamente fallito, ritrovandoci a luglio in camicia bianca ed occhiali da sole a chiedere un Angelo Azzurro! Ma cosa ci fanno insieme un’antica leggenda ed un cocktail in voga negli anni Novanta? Apparentemente nulla, ma spinge a riflettere sull’ambita capacità di prevedere il futuro; nel primo caso si è dimostrato come improbabili scoperte pseudo scientifiche falliscano miseramente, nel secondo come la vita si diverti a presentare delle sconvolgenti sorprese.
Immaginare fino a poco tempo fa il ritorno di questo cocktail era impensabile, sebbene più di venti anni fa era il re indiscusso di discoteche, cocktail bar e semplici bar (perché allora la scelta era veramente limitata). Gin, Triple sec e Blue curaçao formavano un tridente d’attacco di tutto rispetto dove classe (la colorazione celeste era molto apprezzata dal pubblico) e potenza (il titolo alcolometrico era di circa 35% vol.) erano in grado di inebriare in poco tempo il consumatore che disinibito iniziava a “volare”.
I più critici accuseranno questa spiegazione di mancare di memoria storica, ricordando che nel 1972 il bartender Andy MacElhone aveva preparato all’Harry’s New York Bar di Parigi un drink chiamato Angelo Azzurro in omaggio al film del 1930 di Marlene Dietrich, dove l’attrice di origine tedesca interpretava una ballerina provocante che si esibiva al “Der Blaue Engel” (angelo azzurro in tedesco) facendo innamorare il professor Rath ed iniziando una tormentata e dolorosa storia d’amore. Un sentimento tiepido ed un uomo che cade in disgrazia al quale Lola Lola in una scena del film così si rivolge: “Sapevo che sarebbe tornato, da me ritornano tutti”, frase divenuta simbolo della pellicola e che in qualche modo ha annunciato il destino del celeste drink. I meno poetici affermano semplicemente che sia una variante del Blue Lagoon (Vodka, Blue curaçao e succo di limone) tanto in voga negli anni ’60.
Di sicuro meno fortunato il Blue Bomb, comparso nell’anno in cui l’Italia vinse il suo terzo mondiale, dove bastava aggiungere agli ingredienti base un po’ di limonata (9 cl.) per avere una bevanda esplosiva, ma siamo certi che il nostro cocktail rétro che ha tutte le potenzialità per diventare nei prossimi anni una bevuta di tendenza, con la possibilità di giocare sull’enorme varietà di ingredienti premium come Gin e liquori artigianali capaci di colorare il bicchiere con decine di sfumature di azzurro. Sarà pronto il nostro amato cocktail a spiccare il volo?
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