Domaine Breton: due cuori e una cantina

Quanto terroir e amore si incontrano.

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Domaine Breton è il “sogno del cassetto” che diventa realtà, è un foglio bianco sul quale sono state scritte frasi d’amore e gesta di uomini coraggiosi.

Nasce nel 1985, quando Pierre Breton lascia la cooperativa vinicola nella quale lavorava, per fare un proprio vino, assieme alla moglie Catherine.

Siamo negli anni Novanta è la “chimica” era la regina assoluta di ogni alimento e bevanda, dai thè in bustina fai da te, ai primi cibi in scatola. In agricoltura era prassi comune gettare sulle piante qualsiasi pesticida, l’importante era “eliminare” ogni insetto e possibile malattia.

I terreni venivano “dopati” con prodotti capaci di far crescere una ciliegia grande come un pomodoro. Insomma, l’uomo dominava la natura o, meglio, si era illuso di tale potere.

In questo scenario i coniugi Breton scelgono una strada opposta, quella della pazienza, dell’uva scartata, del sudore, ma soprattutto della semplicità.

Arte di cui si confonde il vero significato, perché per essere genuini è necessario avere la una seria ed acuta conoscenza.

Questo sentimento li porta fin da subito a creare dei vini “naturali” o, meglio, dei vini prodotti solamente con uva e vinificati usando i lieviti presenti sulla buccia degli acini, chiamati dagli eno-scrittori “lieviti indigeni”.

Una conoscenza enologica fine e dolce capace di creare vini unici ed eleganti, vera espressione di un terroir unico al mondo.

Un savoir-faire artigiano che desidera mantenere in bottiglia lo spirito di una materia trasformata, per questo non vengono effettuate filtrazioni e l’aggiunta di solforosa si limita a quantità minime, necessarie solo per evitare che la bevanda di Bacco non si trasformi in ottimo aceto.

Nel 1990 passano da agricoltura biologica a biodinamica, certificando, un amore per l’ambiente in tempi in cui si era considerati dei folli visionari e poco importa che oggi vada di moda, ma prima non era così!

Il vigneto, di circa undici ettari, poggia su suoli contraddistinti dalla presenza di gesso e silice, elementi che contribuiscono a creare dei vini minerali dove la frutta rimane la grande protagonista al naso.

Maggiore complessitĂ , ma anche tanto rischio, per una coppia che ha messo il proprio cuore in cantina!

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