L’Invisibile: un drink nato per caso
Una trilogia da incubo – parte 2
La ricerca di fonti storiche o semplici aneddoti è un esercizio che piace molto a chi deve scrivere perché veste un prodotto di storytelling capace di rendere un semplice elemento in uno spazio emotivo e culturale molto apprezzato dal lettore, avvolgendo di curiosità e stupore l’argomento trattato, ma non sempre l’illusione della narrativa riesce sempre ed in questo caso o per un gioco di parole o per una semplice coincidenza uno dei trucchi più ammirati (far sparire un oggetto) diventa il protagonista del nostro viaggio alla scoperta di uno dei cocktail della nostra infanzia: l’Invisibile!
Un drink nato per puro caso, senza alcuna possibilità di trovare una ben minima traccia delle sue origini e senza nessuno che ne abbia rivendicato la paternità. Stessa sorte per il nome che provocatoriamente potremmo dire che derivi dal suo alto tenore alcolico (non si vede, ma si sente) e dalla scelta degli ingredienti (solo white spirits mescolati in parti uguali: Vodka, Gin, Rum Blanco, Tequila Blanca e Triple Sec). Un “mischione” che prima o poi qualcuno doveva inventare anche per la sola legge della probabilità ed infatti stupisce più il fatto che è comparso solo nei primi anni Novanta e non prima. Una bomba alcolica capace di stordire anche i più assidui ed esperti bevitori servito su un qualsiasi tipo di bicchiere che può variare a seconda dei gusti cromatici delle persone, creando un’infinità di varianti possibili come per il fortunato Invisibile alla fragola ed il quasi sconosciuto Invisibile Peach.
Un giudizio severo che farà sorridere tutti coloro che hanno avuto la fortuna di bere l’assenzio del nuovo secolo, ma se ci soffermiamo un piccolo istante ad immaginare la nostra bottigliera, mentre con un Jigger misuriamo le dosi e con un Bar Spoon agitiamo vertiginosamente i cinque cavalieri del male all’interno di un Highball, ci accorgiamo che basterà aggiungere un po’ di Cola e avremmo composto un elegante e raffinato Long Island Iced Tea; cocktail nato sotto il proibizionismo che vedeva l’uso di questa pianta per donare un aspetto innocente al drink spesso confuso alla vista per un Thè freddo, scampando alla rigida persecuzione all’interno degli speakeasy e forse con un pizzico di provocazione possiamo affermare che un Invisibile non è altro un Long Island libero di esprimersi senza nascondere la sua natura.
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