Cosa vuol dire vino senza solfiti aggiunti?

Cosa sono e perché vanno tanto di moda.

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Spesso sentiamo amici o conoscenti affermare che non bevono una determinata tipologia di vino, che sia una bollicina, un vino bianco o vino rosso perché accusano mal di testa o altri sintomi poco piacevoli.

Colpa di una poca propensione alla bevuta alcolica? Per naturalisti ed estimatori dei vini “naturali” il responsabile di questi stato sono i solfiti, ma è veramente così?

Cosa sono i solfiti?

I solfiti sono gli additivi più “chiaccherati” nell’industria alimentare, quindi poco importa se molti prodotti hanno coloranti e dolcificanti industriali, l’importante è che siano conservati come natura comanda.

Nello specifico i solfiti sono molecole che vengono prodotte in fase di fermentazione in cibo come frutta, riso e cipolle. Si trovano anche nella birra e nel vino.

Queste sostanze vengono usate come conservanti, antiossidanti e antimicrobici per proteggere gli alimenti dall’”invecchiamento” e permettere a succhi di frutta o marmellate di durare anziché poche settimane, anche decine di mesi.

Perché si usano i solfiti nella produzione di vino?

Nella produzione di vino viene utilizzata l’anidride solforosa: una sostanza autoprodotta dall’uva in fase di fermentazione, che evita al vino di trasformarsi in aceto. Insomma, un elemento importante.

Il “problema” sorge nell’industria vinicole, dove le grandi aziende “abusano” di questo antiossidante perché lavorando in maniera massiva e prestando poca attenzione in fase di vendemmia e produzione “caricano” il vino di antiossidanti per creare un prodotto “pulito” e resistente al trasporto.

Un po’ come l’olio o il sale, nella giusta dose vanno bene, se usati in quantità maggiori possono creare problemi alla salute.

Cosa sono i vini senza solfiti aggiunti?

I vini senza solfiti aggiunti sono produzioni, per lo più artigianali, alle quali non viene aggiunto nulla. Sono vini autentici dal sapore fresco, fruttato e genuino. Ovviamente con qualche difetto e non sempre limpidi, ma senza dubbio, garantiscono una bevuta “sana”.

I solfiti e la legge

Per legge si è obbligati a scrivere in etichetta la parola “contiene solfiti” quando questi superano la quantità di 10 mg/litro. A livello europeo il limite massimo di anidride solforosa consentito è di 160 mg/litro per i vini rossi, mentre per il vino bianco il limite massimo è di 210 mg/litro.

Per questo viene scritto in etichetta “senza solfiti aggiunti” per comunicare una piccola presenza, ben lontana dalla normalità; infatti, le bottiglie che escono con questa dicitura raramente superano i 20mg/litro.

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