Il consumo dei cibi etnici in Italia

Pizza e spaghetti non sono più di tendenza.

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Chi non ha mangiato sushi, ravioli o kebab nell’ultimo anno? Oramai sempre più persone consumano cibi etnici, a volte “italianizzando” ricette internazionali e se negli anni Novanta era un privilegio e una novità assoluta mangiare pesce crudo con le bacchette, oggi è abitudine comune per la maggior parte dei giovani.

Oggi in Italia si contano, secondo i dati della Fondazione Leone Moressa, oltre 50.000 attività gastronomiche “straniere” tra ristoranti, street food, e chef stellati e il numero è in costante crescita.

L’Osservatorio dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie ha realizzato una ricerca con l’obiettivo di studiare le caratteristiche dei consumatori di prodotti etnici in Italia ed è emerso che la gran parte degli intervistati ama principalmente la cucina araba, cinese e giapponese.

Dallo studio emerge che il profilo maggiormente propenso al consumo di cibo extra europeo è soprattutto donna over 35, residente al nord e con un livello di istruzione medio-alto. Il genere femminile, infatti, rappresenta il 52,5% del totale clienti di questa categoria merceologica, contro il 47,5% degli uomini.

La frequenza con cui si mangia etnico raggiunge quasi l’85% con appena un 15% della popolazione che dichiara di aver mangiato solo ricette tradizionali tricolori.

La tendenza a riempire lo scaffale di casa con ingredienti internazionali e la scelta di locali con culture diverse cresce di anno in anno con ben il 58% della popolazione che ha visto incrementare gli acquisti per involtini primavera e Poke.

Infine, circa uno su tre mangia etnico qualche volta al mese (29,5%), la maggior parte qualche volta all’anno (45,1%).

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