Il vino bianco è la tipologia più bevuta al mondo, insieme alle bollicine

Nuove tendenze e nuovi mercati stravolgono il mercato enologico.

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Rosso di sera, bel tempo si spera” è un proverbio che va bene solo quando si parla di meteo, perché a leggere i dati sul consumo di vino, i rossi italiani non stanno attraversando un bel periodo; infatti, negli ultimi anni abbiamo assistito ad un crollo dell’export di vini rossi verso gli Stati Uniti, dove la percentuale è passata dal 58% nel 2000 al 25% nel 2023, mentre i vini bianchi sono saliti dal 33 al 41%. Fanno (letteralmente) il botto i vini spumanti passati dal 9 al 34%.

I dati raccolti dall’Osservatorio Wine Monitor descrivono anche una nuova mappa mondiale per il consumo del vino che negli ultimi 20 anni è cambiata in modo radicale.

Nel 2004 la Francia (33,2 milioni di ettolitri consumati), guidava la speciale classifica seguita dall’Italia (28,3 milioni di ettolitri). Terzo posto per gli Stati Uniti con 24,8 milioni di ettolitri.

Oggi la nazione a stelle e strisce sale sul podio più alto forte dei 34,3 milioni di ettolitri consumati e di conseguenza sono anche diventati il primo Paese per importazioni, raddoppiando il valore delle bottiglie acquistate (da 2,7 miliardi di euro a 6,2 miliardi) e superando il Regno Unito, fermo a 4,6 miliardi.

Oggi, quindi se si vuole puntare all’export è fondamentale interpretare i bisogni delle ultime generazioni che preferiscono di gran lunga vini bianchi (23,7 milioni di ettolitri consumati) e bollicine.

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